Poter avere il sangue freddo di dire qualcosa che abbia un suo valore speciale
per una frase di congedo finale da tutto quanto è lì lì per finire.
Non all’onore e alla dignità d’intenti, non al terrore di terrori indecenti,
non all’orgoglio da esibire con pena, alludo quando penso all’uscita di scena.
Quel che piacerebbe a me è una specie di neutralità a passione zero.
Quel che piacerebbe a me è un’indifferenza orribile, più o meno.
Nè ad un sospiro che traduca il rimpianto o alla miseria di un qualsiasi pianto
e neppure ad un coraggio che sia della vanità il paggio.
E non vorrei nemmeno le religioni a dar via libera alle apprensioni
per formulare lo scongiuro di una preghiera che s’intoni col futuro.
Quel che piacerebbe a me è una specie di neutralità a passione zero.
Quel che piacerebbe a me è un’indifferenza orribile, più o meno.
Quel che piacerebbe a me è la cosa più improbabile, so che è vero.
Con un sorriso di mestizia sopita io vorrei dirLe ‘questa è la mia vita’
e con un gesto bello e naturale abbandonare il corpo e stare ad aspettare.
Quel che piacerebbe a me.
Pixabay, CC0 Creative Commons
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