Quanti motivi per dir di te, negli abissi fra i palpiti,
quante emozioni per scriverne, come un pioniere partecipe
che fa ritorno da un viaggio di echi e rintocchi
in un reame di lugubri tonfi inarrestabili.
Quando tu ti rannuvoli e un temporale s’appresta
a rovesciarti su tutti noi come una pioggia repressa,
io sono pronto a farmi tuo ricettacolo:
per ogni goccia un oceano di empatie possibili.
L’infelicità non è che stimolo inevitabile,
la felicità non è che un esito fugace.
Sei struggente eppur bellissima così come sei,
decorosa e tristemente chiusa in te.
E meglio dire che l’arte è generosa fontana
o ritenere per giusto che sia come una spugna,
che assorbe e s’imbeve di tutte le cose
con la curiosità e l’estasi della bontà?
Se non ti so aiutare ad arginare la tempesta
tu lasciati consegnare al mio tentativo migliore
di dare lustro alla dolorante dolcezza,
con le canzoni che concepisco intrise di te.
L’infelicità non è che stimolo inevitabile,
la felicità non è che un esito fugace.
Sei struggente eppur bellissima così come sei,
decorosa e tristemente chiusa in te.
Pixabay CC0 Creative Commons
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