Paolo anima salva“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, “ Ricoveri virtuali e sexy solitudini”, 2010).

Paolo si sente spaesato da una specie di incredulità.
Sente di non avere certezze, pur se ne fanno la svendita;
dagli show in tv della sera alle secche della virtualità
dove sfilano le opinioni con la loro stoffa generica.

Si chiede come si potrà mai fare per darsi vita e rintracciare
le anime belle e salve che cantava De André,
perché rifiuta di accettare di essere l’unico anormale.
Ma come si può fare a rintracciare
le anime che ti son simili?

Paolo odia ciò che accade nella quotidianità,
negli uffici o per le strade la gente non lo stimola.
Lo scenario è un melodramma di artificiosità,
con inserti di forzata vuotaggine.

Si chiede come si potrà mai fare per darsi vita e rintracciare
le anime belle e salve che cantava De André,
perché rifiuta di accettare di essere l’unico anormale.
Ma come si può fare a rintracciare
le anime che ti son simili, perché sensibili,
molto meno fragili di chi tutto crede
di sapere di quel grande nulla che sa?

E poi si intristisce, pieno di dubbi.
E poi si incupisce, vedendosi di spalle partire.

Pixabay, CC0 Creative Commons



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