Su quelle sponde“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, “ Nella tua luce”, 2013).

Trasformerò le mie pene in versi accesi e fatti musica
per una resa che non teme di agguantare qualche candida verità.
Saranno un canto di sirene, un dolce suono in bolla magica
per ingannare l’inquietudine di una pace assai poco probabile.

Di certo mi conoscerò sempre un poco più di prima.
Probabilmente schiverò l’eventualità meschina della mediocrità.

Tregue il mare me ne dà: le sue bonacce sono linfa benefica,
ma l’isola è sempre là, le incantatrici aspettano la tempesta.
E ancora io rovinerò su quelle sponde risapute.
È vero: non ne morirò, che cantino o che stiano mute.

Di certo mi conoscerò sempre un poco più di prima.
Probabilmente schiverò l’eventualità meschina della mediocrità.

Sì, mi conoscerò.
E sì: mi conoscerai anche tu,
per quello che potrai,
con quello che ti darò.


John William Waterhouse,’Una sirena,’ olio su tela, 1900.



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