Grazie“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, ‘“Che cosa vedi‘, 2000; Canzoni per un figlio, 2012).

L’amore più puro in un tepore nuovo
di celesti lenzuola e del loro ristoro:
sono i soffici raggi delle pupille tue,
vi si accuccia il cessare delle sue paure.
Ed io vi spio e mi commuovo.
E grazie, per tutto questo: grazie.
Per tutto quanto: grazie.
Per tutto: grazie.
E grazie.
Semplicemente grazie.
Perdutamente grazie.
Solennemente grazie.

Pixabay, CC0 Creative Commons



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