Sono fuori come una cometa,
sono la sua polvere inquieta.
Sono fuori un hoffman più di ieri:
mi ricordo me stessa l’altro ieri.
Sono dentro la telefonata, sono fata,
sono qui, ma sono ‘andata-non tornata’.
Voglio parlare con chi eri
quel giorno che vivevo i tuoi pensieri.
Tipo mi dice che sono scema,
Chicca si sdruscia sulla schiena,
piango e poi rido più di prima,
tipo ammicca a una luna assai cretina.
Danzo nuotandoti nell’aria intorno,
in nebbia ritorno e mi trasformo.
Vago, tu chiamami ‘cometa’,
dolce, fattissimo poeta.
Lucy in the Sky with Diamonds.
Lasciati chiamare altri cento e un giorno,
lascia che ti biascichi che ho sonno,
che sono spenti i miei occhi traslocati,
che sono chiusi, ma se ne sono andati,
che son seduta su un vomito di maga,
che c’è una festa, ma che altro che mi smaga,
che sono a casa di chi mi ha ospitata,
ma che sono in viaggio del tutto allucinata.
Lascia che ti dica che sto male,
lasciami e continua a non parlare.
Lascia che ti dica che sto male,
lasciami e continua a non parlare.
Lucy in the Sky with Diamonds.
Pixabay, CC0 Creative Commons
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