Sapore di miele“, testo della canzone
(Marlene Kuntz, “ Uno”, 2007)

Sapore di miele, sapore d’amore,
dalla tua pelle dentro alla mia bocca,
quando torni a farti la mia faccia.

Un gusto melato di cose già avute,
che dopo un’ora sarebbero perdute;
si può solo riprendere a giocare
ancora e ancora, finché lo vuoi,
dammi il tuo nettare, mia bella Venere,
che tornerò il tuo duro Satiro;
ancora e ancora finché mi vuoi:
con il tuo nettare, mia sacra Menade,
io tornerò dentro di te.

Sapore di miele, sapore d’umore:
alveare mio, stilla ancora amore,
suggo e bevo come fa l’ape al fiore.
Il tempo è dei giochi che cadono allegri,
solo questo è il mondo che vogliamo:
lascia un gusto dolce che godiamo
ancora e ancora, finché lo vuoi.
Dammi il tuo nettare, mia bella Venere,
che tornerò il tuo duro Satiro.

Ancora e ancora, finché mi vuoi:
con il tuo nettare, mia sacra Menade,
io tornerò il tuo duro Priapo.

Ecco, lo sento ritornare, sì, tu dissetami così,
vieni a gustare il tuo sapore,
il tuo desiderio qui, su me, oh sì..

Eccomi qui mia bella Venere, rinvigorito bella Venere
sono il tuo satiro ancora di più
e vengo su e giù su e giù su e giù.
Eccomi qui mia sacra Menade,
rinato mia gustosa Menade,
sono un tuo fauno, sono il dio Pan e vengo su giù e su giù e su giù.
Eccomi qui mia sacra Menade,
rinato mia gustosa Menade,
sono un tuo fauno, sono il dio Pan e vengo su giù e su giù e su giù.

Pixabay CC0 Creative Commons



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