Mi piacerebbe arrivare a temere di non essere frainteso
se solo avessi il genio, se solo avessi il genio.
Mi piacerebbe estrapolare dal mio pensiero un contrappeso
partire dall’ingegno, per arrivare al genio.
Non avere niente da dichiarare eccetto che il proprio algido genio,
il proprio fulgido genio, tanto c’è che la falsità è solo l’altrui verità,
che vorrei prendere a calci in faccia.
Mi piacerebbe disorientare senza troppo dare peso ai patti col contegno,
se solo avessi il genio.
E il buon senso demolire, così com’è comunemente inteso:
lo fece Wilde il genio, con il suo caustico genio.
Non avere niente da dichiarare eccetto che il proprio algido genio,
il proprio fulgido genio,
tanto c’è che la falsità è solo l’altrui verità
che vorrei prendere a calci in faccia.
Avere fede in sé è la priorità
illimitata e indubitabile,
fede che non sa che cosa farsene
della convalida della comunità.
Non avere niente da dichiarare eccetto
che il proprio algido genio,
il proprio fulgido genio,
tanto c’è che la falsità è solo l’altrui verità
che vorrei prendere a calci in faccia.
Non avere niente da dichiarare eccetto
che il proprio algido genio,
il proprio fulgido genio,
tanto c’è che la falsità è solo l’altrui verità
che vorrei prendere a calci in faccia.
Oscar Wilde, Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900.
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