Mala mela“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, Catartica, 1994)

Staccala tu la marcia mela,
staccala tu la mala mela.
Lei non sarà mai stolta così da cadere giù.
Saprebbe di rinascita, e poi cos’è meglio
di risorgere sulle ceneri di succhiasangue-la-iena?
Se c’è un meglio, dimmi qual’è.
Dovresti ricordarti di te, dovresti,
no, non scordarti di te.
Pisciala fuori e pensa più a te,
che va bene così.

Non dovrebbe essere impossibile usare le forbici
quando è proprio così che si vuole,
perché così si dice sia scritto nel libro:
“La tua vita nel sociale”.
Scopriti essere umano in quanto tale,
persona banale, non speciale,
a cui Dio concede gesti assai banali:
d’ora in poi quello sei tu.

Pixabay, CC0 Creative Commons



Previous page Next page