Questo e altro“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, “Come di sdegno“, 1998; ‘Ho ucciso paranoia‘, 1999)

Era un tête-à-tête con l’avvenente Intimità,
un offuscamento sul crinale dove Licenziosità, dal basso,
occhieggiava proprio verso me.

C’erano un frastuono in testa ed uno sguardo steso
e poi, sotto e sopra e sotto e in faccia, un gorgo verso il vuoto
e Ondina, la sirena, che m’offriva ospitalità.

Improvvisamente,
un mulinello ha ritirato le sue spire una e una ed una per lasciarti comparire ancora
più vero, sgradito, e grigio come mai.

Questo e altro è il mondo dove non sei riverito,
questo e altro è il mondo dove non sei accettato,
questo e altro è il mondo che al tuo arrivo ha screpolato:
penetrano i fumi di pallose amenità.

Certe cose son da fare: una è detta ‘eliminare’.
Certe cose son da fare: la seconda è ‘cancellare’.

Pixabay, CC0 Creative Commons



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