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Ineluttabile“,  testo della canzone.
(Marlene Kuntz, ‘Ho ucciso paranoia‘, 1999).

Chili di silenzio per inaugurare un nuovo gioco,
solo agli sguardi è concesso di sperdersi nell’aria,
perché un sospiro può affilare il taglio del rasoio
e di nuove lacerazioni non c’è voglia.

Nessuna possibilità di condividere sfiducia
costretti a un’immobilità colpevole.

Il buio è un peso, è un imbroglio e brucia come il fuoco
Le cose opache lì intorno si muovono:
detta il ritmo lo smacco di ogni preghiera e non c’è pace latente da cogliere.

Nessuna possibilità di condividere sfiducia,
costretti all’immobilità, noi carne esanime e sfinita.

Nostri i corpi arresi al gelo dell’apnea,
patiranno il giro di vite ineluttabile.
Chili di silenzio sulla nostra pena,
gran regina dell’incubo che verrà.

Come girano i colori ed i sapori nella vita vera?
Qui per ora è nero come angoscia e amaro come fiele.

E lì?

Pixabay, CC0 Creative Commons



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