“Cenere“, testo della canzone.
(Marlene Kuntz, Il Vile, 1996)
Ciao Divina, io sono il mozzo e puzzo come la mia sbobba.
Ho l’occhio lesto (solo questo!), perde bave e non si arresta.
No, no, no.
Guarda che ballo, mi trovi bello?
Vorrei leccare quello che piace a te.
Che te ne pare, di come striscio?
Tigre di carta, io sarò fuoco,
se scaglierai quel dardo contro di me.
Io sarò cenere su cenere,
cenere su cenere,
cenere su cenere,
cenere su cenere.
Io sarò.
Tricorno sfonda donna-Piera, la cameriera tuba con la vagina.
Culo squassato, sembra vera e si strofina il vello nella latrina.
Io che son bimbo, io non intendo,
ma piange forte il mio cuore, sai perché?
Non ti so scopare, non ti so scopare, non ti so scopare.
Tigre di carta, io sarò fuoco,
se scaglierai quel dardo contro di me.
Io sarò cenere su cenere,
cenere su cenere,
cenere su cenere,
cenere su cenere.
Io sarò.
Pixabay CC0 Creative Commons
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